Ablazione del tartaro

Ablazione del tartaro

L’ablazione del tartaro, conosciuta anche come detartrasi, è un trattamento eseguito dall’igienista dentale che ha lo scopo di eliminare gli accumuli di tartaro sui denti.

Che cos’è l’ablazione del tartaro?

Prima di chiarire il concetto di ablazione, è importante capire che cos’è il tartaro. Il tartaro è un insieme di depositi di minerali composti da batteri che si accumulano lungo le gengive. Il tartaro si forma a causa di una non completa rimozione della placca attraverso le manovre di igiene orale quotidiana. Come se non bastasse, la saliva causa una precipitazione dei sali minerali nella placca e ciò porta alla formazione del tartaro.

Come si forma il tartaro?

A causa della saliva il tartaro si forma vicino alle ghiandole salivari e quindi in corrispondenza dei molari superiori (ghiandole parotidi) e incisivi inferiori (ghiandole sublinguale e sotto-mandibolare).

La presenza di tartaro ha notevoli conseguenze in quanto irrita le gengive permettendo ai batteri di depositarsi al suo interno. L’irritazione porta le gengive in una prima fase a sanguinare e a poco a poco a staccarsi dai tessuti del dente creando tasche parodontali che, se non trattate, portano alla parodontite e alla perdita del dente.

La presenza del tartaro, oltre ad essere esteticamente poco gradevole, in quanto di colore giallo (o marrone in caso di tabagismo) crea anche alitosi perché dopo i pasti il cibo che si accumula nelle tasche gengivali marcisce e crea un cattivo sapore in bocca e un odore sgradevole.

Ablazione del tartaro o detartrasi

La rimozione o ablazione del tartaro andrebbe eseguita almeno una volta l’anno. Tuttavia nelle persone predisposte alla formazione del tartaro in quanto poco attente all’igiene orale, oppure in caso di denti storti e difficili da pulire, può essere necessario sottoporsi al detartrasi ogni sei mesi o addirittura quattro.

L’intervento di detartrasi o ablazione del tartaro può essere eseguito manualmente o attraverso l’uso di ultrasuoni. Gli ultrasuoni permettono di sgretolare depositi di grandi dimensioni e facilitano il distacco di quelli ben adesi, per questo motivo rappresenta la tecnica più utilizzata. L’uso della tecnica manuale è, invece, particolarmente indicata quando la placca è localizzata in siti particolarmente difficili da raggiungere o delicati.

Cosa succede dopo la detartrasi?

In seguito all’ablazione del tartaro il paziente può avvertire una minore stabilità dei denti. Questa è dovuta al fatto che il tartaro ha avvolto la struttura del dente e allo stesso tempo l’ha indebolita. La rimozione porta a galla gli effetti della presenza del tartaro. La pulizia dei denti non può in alcun modo rovinarli.

Se la rimozione del tartaro avviene in maniera periodica tale fenomeno non si manifesta. In alcuni casi è solo un piccolo fastidio facilmente superabile.

In seguito alla detartrasi è possibile anche verificare una maggiore sensibilità al caldo e al freddo, la stessa è superata con l’uso di dentifrici specifici.

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